Ho provato a tirare le somme del 2021 e le mie letture spaziano tra mondi diversissimi tra loro. Ammetto che alcuni libri non sono riuscita a finirli (e per questo non sono indicati nell'elenco), ma nel complesso mi ritengo soddisfatta.
Sei cappelli per pensare: Manuale pratico per ragionare con creatività ed efficacia di Edward De Bono
Maida Vale di Michele Benetello
W o il ricordo d'infanzia di Georges Perec
Che fine ha fatto quel clandestino? di Eltjon Bida
Le donne che fecero l’Impresa – Veneto: Nessun pensiero è mai troppo grande aa.vv.
Le donne che fecero l’Impresa. Emilia Romagna: Nessun pensiero è mai troppo grande Autrici varie
L'amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez
Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe
Caino di José Saramago
Chi se non noi di Germana Urbani
Gli aerostati di Amélie Nothomb
Una questione privata di Beppe Fenoglio
L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito
Lacci Domenico di Starnone
Blu di Giorgia Tribuiani
La famiglia degli altri di Elena Rui
Quando tornerò di Marco Balzano
Qui non crescono i fiori di Luca Giordano
Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli
Il cielo è rosso di Giuseppe Berto
La leggenda del santo bevitore di Joseph Roth
Ogni riferimento è puramente casuale di Antonio Manzini
Miei cari figli, vi scrivo di Lilia Bicec
Orfani bianchi di Antonio Manzini
Sottobosco di Simona Castiglione
Il filosofo Immanuel Kant definisce la mano come «il cervello esterno dell'uomo».
Senza sminuire il ruolo della tecnologia e degli strumenti che abbiamo per velocizzare il nostro lavoro, è stato accertato che scrivere a mano produce stimoli neuronali che attivano molte più aree cerebrali, rispetto a quando si digita sulla tastiera. Il foglio bianco prende vita dalla nostra mente e crea un quadro unico, fatto di lettere e punti e virgole; la mano stringe la penna quando si è presi dall'idea, è morbida quando sta pensando, e giocherella se la mente si ferma. Tutto il nostro corpo partecipa alla realizzazione di un'opera, nel modo più naturale possibile.
Amo scrivere a matita perché assisto al suo dissolvimento mentre il mio lavoro cresce come se stessi seminando, e con piacere ho scoperto che Nabokov abbozzava i suoi romanzi a matita su uno schedario; Hemingway alternava tra matita e macchina da scrivere e Steinbeck scriveva solo con matite.
Scrivere è accarezzare l'idea
Io sono Amazon dipendente e girovagando da una pagina e l’altra, ho trovato questo “aggeggio” stranissimo: una tastiera che scrocchia come una vecchia macchina da scrivere (e io me le ricordo bene…) che ha una miserrima connessione internet in cui invio il file che ho scritto.
La porto sempre con me, non perdo tempo a leggere i messaggi e Facebook (che mi distraggono sempre perché sono donna, devo avere tutto sotto controllo e per di più curiosa…) e scrivo scrivo scrivo.
Non serve che io decida di entrare in studio, mi sieda alla poltroncina blu, accenda il computer e fissi lo schermo che si illumina, entri nel programma di scrittura e …nel frattempo mi è passata la frase della vita!
Non sono stenografa, ma anche con due dita me la cavo :-)
Vi è mai capitato di sentire che un nome vi appartiene (o desiderare di poterlo rappresentare)? Ecco. Per me il nome Anna nella sua semplicità di quattro lettere dimostra la forza di una parola palindroma, una sfaccettatura non comune, un carattere che dimostra sia grazia ed eleganza, sia impegno nel portarlo sempre con sé.
Personaggi famosi che conosco con questo nome dimostrano la loro indole: l'icona femminista cinquecentesca Anna Bolena, la piccola portavoce Anna Frank; l'indimenticabile attrice Magnani e anche l'affascinante e seducente Anita Ekberg, la cantante bomba Annie Lennox e la dolcissima e solare Annette Bening. Ce ne saranno molte altre (anche che non dicono nulla o che non vi piacciono...), ma è sempre meglio prendere spunto da modelli positivi.
Quando ascolto storie di altri, avventure di sconosciuti o leggo di chiunque sappia scrivere (possibilmente bene), mi ritrovo a pensare che almeno una piccolissima parte di quel fatto è accaduto anche a me e che un po' di quella emozione l'ho provata anche io. Da qui rifletto sull'importanza che ha condividere le proprie storie...